DA SOLE SIAMO FORTI MA IN SQUADRA FACCIAMO PAURA

Valentina Rodini 


Mi chiamo Valentina Rodini, ho 29 anni, sono laureata magistrale in Economia e Comunicazione e sono una canottiera da 20 anni.

Vengo da Cremona ma ormai passo la maggior parte del mio tempo a Sabaudia, sede della mia squadra le Fiamme Gialle e dei raduni federali. Anche oggi mentre scrivo sono qui per prepararmi per le qualificazioni olimpiche di Parigi 2024. Ma partiamo dall’inizio.

Tutto ebbe inizio all’età di 9 anni quando, come ogni sorella minore, facevo esattamente quello che faceva mio fratello maggiore: Karate. Scoprii il canottaggio per caso, grazie a due ragazzine che frequentavano il centro estivo della Bissolati (la mia prima Società) e, al pari con la danza, lo reputai da subito un bellissimo sport femminile (idea che negli anni ho decisamente cambiato).

Amai sin da subito il “volare” della barca sull’acqua e, allo stesso tempo, imparai a odiare l’estrema difficoltà e rarità con cui questo fenomeno accade. Testarda e cocciuta questo fu pane per i miei denti ma anche la scintilla che accese in me la passione per il canottaggio. Così, affamata di quella bellissima sensazione, iniziai a remare.

Il canottaggio mi ha insegnato tanto: l’importanza delle risate (perché altrimenti chi la farebbe tutta questa fatica?), il potere della condivisione (perché un peso portato in due si dimezza), la determinazione nel non mollare mai (perché ogni caduta non è mai definitiva finché non lo decidi tu!).

Nel 2015 sono entrata ufficialmente nel Gruppo Sportivo delle Fiamme Gialle. Una scelta di cui non potrò mai pentirmi: la mia seconda Famiglia. Contemporaneamente ho intrapreso il percorso di studi che mi ha portato a conseguire due lauree in Economia. Studiare e fare sport è da pazzi certo, ma è possibile ve lo garantisco! Le mie due carriere, quella sportiva e quella universitaria, hanno viaggiato sempre parallelamente, grazie alla mia testardaggine che mi ha spinto ad accettare di buon grado la sfida lanciatami da mio papà tanti anni fa. Oggi, con quei due “pezzi di carta” in mano, grazie alla sua lungimiranza, non potrei essere più orgogliosa (in fin dei conti lui ha sempre visto più in lungo di me).

Ma non prendiamoci in giro, non è stato sempre tutto rose e fiori. Di cadute ce ne sono state tante e di pianti ne ho perso il conto. La mia prima partecipazione olimpica risale ai Giochi di Rio 2016 dove ho conquistato la 13^ posizione. Per i successivi 4 anni non ho mai visto una finale mondiale seppur in allenamento davo giornalmente il 100% e forse anche di più. Nonostante i risultati sperati tardavano ad arrivare, niente di tutto questo mi ha mai fatto vacillare, il mio obiettivo era sempre davanti a me: far vedere a tutti il mio vero valore! Ogni volta era una lezione ma mai una fine.

L’Oro olimpico di Tokyo 2020 è arrivato come una secchiata d’acqua gelida in piena estate. Certamente i Campionati Europei del 2020 e del 2021 (argento e oro) potevano essere un segnale ma mai nella mia testa avrei osato sognare così in alto. Ma è vero, a volte i sogni si avverano… anche quelli così grandi tanto da non osare immaginare!

La diagnosi di osteopenia è arrivata un anno dopo, insieme a sette micro fratture da stress. Niente è un problema finché non lo reputi tale. Quindi, eccomi qui, circondata da un Team che non ha mai smesso di credere in me anche quando io stessa ho vacillato. Mi ritrovo a lottare per una qualificazione olimpica non semplice, dopo tre anni di stop forzati e nessuna finale europea, figuriamoci mondiale, ma con tanta voglia di tornare a dire che ci sono ancora!

Viva le donne circondate da donne perché da sole siamo forti, ma in squadra facciamo paura anche al Diavolo.

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