Rubrica: "In memoria delle vittime del terrorismo e vittime del dovere." ep.3
STORIE DI EROI DEI NOSTRI TEMPI.
Aveva appena 27 anni quando fu assassinato con cinque colpi di pistola alla testa, eppure, il contributo di Calogero Zucchetto, da poliziotto della squadra mobile, nella lotta contro Cosa nostra è stato fondamentale.
Figlio di un usciere della Regione Sicilia, entrò in Polizia molto giovane, a 19 anni, e fu uno dei primi agenti di scorta del giudice Giovanni Falcone. Per le sue spiccate qualità, nonostante la giovane età, nei primi anni ’80, entrò nella Squadra mobile di Palermo diretta da Ninni Cassarà. Zucchetto era solito girare per le vie di Palermo a bordo del suo motorino il giornalista Luca Rossi nel libro - I DISARMATI racconta "e si recava all'ottico sotto casa, prendeva un binocolo, e andava a cercare i latitanti".
Zucchetto Aveva collaborato alla stesura del rapporto "Michele Greco + 161" che tracciava un quadro completo della guerra di mafia iniziata nel 1981 e dei nuovi assetti delle cosche, segnalando in particolare, l'ascesa del clan dei corleonesi di Luciano Liggio, Riina e Provenzano. Riuscì a entrare in contatto anche con il pentito Totuccio Contorno che si rese molto utile con le sue confidenze per la redazione del rapporto dei 162.
La sera di domenica 14 novembre 1982, all'uscita dal bar "Collica" in via Notarbartolo, una via del centro di Palermo, fu ucciso con cinque colpi di pistola alla testa sparati da due killer in sella a una moto mentre consumava un panino.
Al suo funerale la città non c’era, la mafia mise anche in giro la voce che fosse stato ucciso per una storia di 'fimmini' che con le indagini furono smontate.
Grazie alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia emerse che in quell’agguato parteciparono di fatto in tre: Giuseppe Lucchese, Mario Prestifilippo e Pino Greco “Scarpuzzedda".
CALOGERO ZUCCHETTO fu Insignito della Medaglia d’Oro al valor civile con la seguente motivazione «Mentre conduceva una delicata operazione investigativa al fine della ricerca e della cattura di pericolosi latitanti, nel quadro della lotta alla criminalità organizzata, in un vile e proditorio agguato tesogli da ignoti criminali, veniva fatto segno a numerosi colpi mortali di arma da fuoco immolando, così, la giovane vita ai più alti ideali al servizio delle Istituzioni.»
— Palermo, 14 novembre 1982
CALOGERO ZUCCHETTO - Vittima innocente di Cosa Nostra



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